di Jonathan Macini
Non riesco a stare fermo, non più. Anche mentre tutto tace, e il respiro del mondo si fa sottile, attutito dallo spessore di queste porte-finestre dai doppi vetri, odo il rintoccare dell’orologio in cucina, lo scorrere inesorabile della giornata. Prigioniero di quattro mura e di un accesso alla rete, mi trascino davanti allo schermo e allungo lentamente la mano verso il comando di accensione… continua…