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Archivi categoria: MUSICA

DEDICA

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Esiste un legame che ci unisce, non è solo un fatto di sangue, l’abbiamo costruito insieme, e niente ce lo potrà togliere. Io vi ho già conosciuto, in epoche passate, in strane diramazioni della nostra realtà, nelle ipotetiche fantasie dei più illustri narratori. Io ero vostro compagno, vostro fratello, vostro figlio, e adesso sono vostro padre, per un attimo, il tempo di una meteora che cade. Io vi sento, vi vedo, vi accolgo, nell’abbraccio che scuote la realtà, quella di ogni giorno, quella fatta per distrarci dalle cose più importanti. In quell’abbraccio capisco il senso di tutti questi fili che ci uniscono, intrecciandosi in un garbuglio privo di significato. Io e voi…. per sempre.
Questo è quello che riesco ad insegnarvi. Perdonatemi, se avete bisogno di altro. È tutto ciò che riesco a fare, spero che sia abbastanza, che vi possa aiutare nella vostra lunga vita, che è solo un bagliore nel cielo in tempesta, considerando tutto… Ci possiamo rifare. Ne avremo di possibilità, nel futuro come nel passato, su nei cieli più alti come nelle profondità degli abissi più innominabili.
In questa serata di musica e di leggerezza, vi abbraccio con trasporto, cercando di comunicarvi il senso dell’infinito, dell’uroboro, della musica che si ripete e ci fa da sottofondo. La nostra colonna sonora sarà meravigliosa, ed accompagnerà ogni nostro passo. Non so ancora dove ci condurrà, ma fidatemi di me… sarà un posto di sole e di verdi praterie… ne sono certo.
La canzone si avvia alla fine, ma non temete, la musica non finirà… lei sarà sempre con noi. Un assolo di chitarra, un ritornello che ci rimbalza nella testa, una batteria incalzante. È sempre con noi, miei ragazzi. Basta alzare il volume. Eccolo… Alzalo ancora… dai!

Raccontami sulle note di… Brothers of Mine di Anderson Bruford Wakeman Howe 

Fonte: The colony of slippermen

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QUATTRO DISCHI ROCK IN ATTESA DEI GIGANTI DEL PROG

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Cercherò di tornare a parlare di musica ascoltata, dopo un’estate passata più ad attendere le grandi uscite che ci aspettano per settembre che a sollazzarmi gli orecchi con i nuovi album caricati sul mio lettore mp3. Quattro album rock hanno fatto da antipasto per prepararsi agli annunciati Opeth, Dream Theater, Steven Wilson, The Tangent e altri ancora, per un autunno all’insegna del grande prog… continua a leggere…

WATERHORSE – Compilation

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WATERHORSE

Clikka qui per ascoltarla!

1. Heroes For Ghosts
The Gathering

2. Home (White)
The Dear Hunter

3. Isadore
Incubus

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BIG MOON

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Ecco l’ultima compilation della Owlrecords… ascolala qui!

BIG MOON

1. A Scarcity Of Miracles
Jakszyk, Fripp and Collins

2. Things That Hide Away (Green)
The Dear Hunter

3. Promises, Promises
Incubus Leggi il resto di questa voce

THE DEAR HUNTER: The Color Spectrum

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Chi è Casey Crescenzo? È un tenerone di 27 anni con la barba con già una notevole carriera musicale alle spalle, leader fondatore dei The Dear Hunter, band di alternative rock con uscite progressive, songwriter, polistrumentista e produttore a tempo perso. Ma soprattutto Casey Crescenzo è la voce sofferta e melanconica che ci racconta la saga di “The Boy”, protagonista di un concept di sette album iniziato nel 2006 con il primo atto (The Lake South, The River North) e continuato nel 2007 e 2009 con gli atti 2 e 3, veri e propri gioielli del rock moderno… continua a leggere…

FRANCK CARDUCCI – Oddity

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Oddity, opera prima del chitarrista-polistrumentista Franck Carducci, racchiude fin dalle prime note tutta la magia della scena sympho-prog, facendo il verso ai capostipiti Marillion e Pendragon, omaggiando ovviamente i maestri Genesis e chiudendosi con una vera e propria dichiarazione d’amore, la cover di The Carpet Crawlers.

Forte del supporto di validi musicisti e nomi prestigiosi come il fratello di Steve Hackett, John (tanto per non farsi mancare il legame carnale con i paladini inglesi), questo primo lavoro del musicista franco-italiano spicca sicuramente per tecnica e qualità di produzione. La lunga suite d’apertura Achilles, divisa in sei movimenti, ci trasporta subito in quelle zone armoniche tipiche del progressive più melodico, senza però mai risultare prevedibile. E sono proprio le linee melodiche il cavallo da battaglia di questo bel disco, che sicuramente gli amanti del genere non potranno perdersi… continua a leggere…

KING CRIMSON: A Scarcity of Miracles

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Quando Robert Fripp e Jakko Jakszyk si sono ritrovati nel febbraio 2009 non avrebbero mai pensato che le sedute iniziali di improvvisazioni per chitarra sarebbero diventate un album in piena regola, o che sarebbero diventate in ultima analisi, un progetto dei King Crimson. Con lo svilupparsi del materiale di quelle prime sedute fu ovvio che il progetto si stava trasformando in qualcosa di molto più grande del previsto. L’arrivo del sassofonista ed ex membro dei King Crimson, Mel Collins, ha aggiunto ulteriore colore e consistenza alle canzoni che andavano formandosi. La line-up è stata completata con l’aggiunta del bassista Tony Levin ed il batterista dei Porcupine Tree, Gavin Harrison (entrambi membri dell’incarnazione 2008 dei King Crimson), che hanno aggiunto le loro parti al materiale nei loro rispettivi studi… continua a leggere…

WELCOME TO MY DNA – Blackfield

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Se vi va di scoprire un genio indiscusso del progressive moderno, artista sfuggente, un po’ antipatico e molto prolifero, che gli amanti del genere conoscono con il nome di Steve Wilson, consiglio vivamente di partire dai Blackfield, progetto che il polistrumentista inglese porta avanti ormai da sette anni insieme all’autore israeliano Aviv Geffen. Il formato della canzone classica, le melodie “easy-listening”, la presenza degli archi e del piano, le atmosfere oniriche ed autunnali, vi faranno subito innamorare del talento di questo personaggio. Poi potrete passare alle altre avventure di Wilson, leader degli ormai famosi Porcupine Tree e produttore di molti gruppi e progetti del genere progressive… continua a leggere…

L’INDUSTRIA DEL DISCO È IN CRISI… ANZI NO!

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L’industria discografica è in crisi, una notizia che non è più notizia. Ma quando è stata l’ultima volta che l’industria discografica si è tappata la bocca ed ha smesso di lamentarsi, mi chiedo. Fin dai tempi delle musicassette le multinazionali del disco hanno gridato alla crisi dando sempre la colpa alle nuove tecnologie. Sono passati più di dieci anni da Napster e non si arrendano. Mi domando allora, come mai continuano a combattere una battaglia persa, cioè quella della lotta alla pirateria informatica. Proverò a rispondere seguendo un filo logico tutto mio e senza pretese… continua…

I CINQUE ALBUM PROGRESSIVI DEL 2010

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Nella mia personale classifica musicale del 2010 trovano posto solo 5 album. I grandi nomi del panorama progressive non hanno prodotto nulla in questi ultimi dodici mesi, di conseguenza ci si aspetta un 2011 ricco di belle novità, a partire dal nuovo Mars Volta (chissà se Rodriguez non si è già mangiato il fegato aspettando pazientemente i testi di Cedric… continua a leggere

I SUPERGRUPPI DEGLI ANNI ’90

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Gli anni novanta hanno visto la rinascita del progressive rock, grazie a una manciata di felici episodi che hanno aperto la strada a nuovi sound e movimenti. La scena svedese nasce, o forse sarebbe meglio dire “rinasce”, con l’avvento di Anglagard e Anekdoten. I loro album di esordio rimangono ancora oggi dei masterpiece del genere. Negli States invece il progressive metal si consolida con Images and Words dei Dream Theater. Ai Marillion, che hanno tenuto il genere in vita durante tutti gli anni ’80, seguiranno una serie di band, soprattutto europee, che rifonderanno il sympho rock dalle ceneri dei grandi maestri degli anni ’70. È un periodo d’oro, quello della prima metà degli anni ’90, al quale seguirà una fase forse ancora più intensa, secondo una linea logica già vista. La seconda metà degli anni ’90 sarà infatti il periodo dei Supergruppi… continua…

THE RIVER OF CONSTANT CHANGE

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Avevo sette anni quando ascoltai per la prima volta Firth of Fifth dei Genesis. Credo che quella canzone abbia condizionato pesantemente i miei gusti musicali, e sono sicuro di non essere stato il solo. Otto anni dopo ricercai quel pezzo, e non fu difficile trovarlo perchè ricordavo benissimo la copertina dell’album che mio fratello usava ascoltare quando ero solo un bambino. Il vinile era andato perduto, forse durante un trasloco, e l’era del CD era appena arrivata, così usai i miei risparmi per cercare di fare capo a quella melodia che mi era rimasta così innocentemente nel cuore, cercando di ritrovare la scala dell’assolo di Hackett. A quindici anni riascoltai Selling England by the Pound e mi innamorai dei Genesis… continua…

HAI SAPUTO DI MIKE PORTNOY?

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“Ciao, come va?”
“Non c’è male, e te?”
“Bene… ma dimmi, cosa ne pensi di questo Mike Portnoy che lascia i Dream Theater?”
“Cosa?”
“Ma come, non lo sai? È più di un mese ormai…”
“No, non sapevo niente… ma guarda un po’… continua…

CAMMINO DA SOLO

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Bugiarda è la notte quando è pregna del solito via vai, e delle risoluzioni più spontanee, scappatoie da ingenuo. Camminare diventa un movimento a tempo, sulle note di un sax o di una chitarra, e il fuoco scorre dentro arterie sature di veleno. L’amicizia, l’amore, il passato, e le ragioni di tutte quelle promesse gridate al vento. Uomini, donne, abbracci, baci, notti di fuoco sotto il disco argentato, col bicchiere in mano e la risata facile. Dove sono adesso? Dove… continua…

 

RADIO WILLO 1

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Riparte il blog con una nuova stazione radio on-line. Il motore di ricerca per tracce musicali Songza ha lanciato la versione beta di un pratico social network per creare la propria radio attingendo a una library di oltre 7 milioni di titoli. Con pochi click ho già aggiunto un centinaio di brani alla mia stazione e lentamente cercherò di aggiornarla sempre seguendo i miei gusti. Radio Willo 1 sarà molto progressiva… Leggi il resto di questa voce

DIECI ANNI DI PARACHUTES

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Ebbene si, posso vantarmi del fatto di aver scoperto i Coldplay.
Dieci anni fa usciva il loro primo album, lo straordinario Parachutes che li lanciò verso l’olimpo del Rock. Sono bastati quattro dischi per convincere tutti, ed oggi si può affermare senza ombra di dubbio che i Coldplay sono la rock band più rappresentativa di questo primo decennio dei duemila… continua…

ROCK CITY EPISODIO 5 – MELVIN & DESY

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Melvin era un bastardo, ma io l’amavo e l’avrei seguito finanche alle porte dell’inferno. Forse fu proprio là che lo trovai, persa in uno strano sogno o più probabilmente tra le spire del Vortice…
Ne aveva tante come me, ma nessuna era come me. Adesso penserete che sia l’ennesima disillusa, ma vi assicuro che non è così, e anche se fosse, che cazzo ve ne frega a voi… l’amore è l’amore, e quello che provavo e continuo a provare per Melvin è Amore con la “A” maiuscola. Perché io ero la “Sua Desy”… usava sempre il possessivo quando si riferiva a me, invece le altre le chiamava solo per nome.
Erano passati due mesi dall’ultimo concerto degli Azazel’s Eyes e di Melvin non si sapeva più nulla. Il ricordo dei suoi baci mi tormentava in quelle piovose serate d’autunno. La sera prima del fatidico concerto in cui dette l’addio, facendo schiumare di rabbia i dirigenti e gli azionisti della Music Dome, si dedicò totalmente a me. Non mi disse niente dei suoi piani, ma lo capii al volo che c’era qualcosa che non andava. Tra le lenzuola di seta del suo letto mi amò più volte, ma lo sentivo lontano, distratto, preoccupato… continua…

ULTIMI INTERVENTI…

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Ultimo post su Storie di Ruolo: La Rivalsa dei Giochi da Tavolo e di Ruolo

Ultimo post su The Colony of Slipperman: Riverside Live – Tilburg 23/4/2010

Ultimo post della Giostra di Dante: Poena di Jonathan Macini

ROCK CITY – Quarto Episodio: Rooster Crane

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Questo nuovo episodio di Rock City è ispirato a un’altra figura caratteristica degli anni settanta del genere progressive, Vincent Crane. Il tastierista e fondatore degli Atomic Rooster si distinse per il suo look darkeggiante, le sue lugubri atmosfere di piano (Death walks behind you) e le sue depressioni che lo portarono nel 1989 al suicidio.

QUARTO EPISODIO: Rooster Crane

Il concerto degli Abyss era terminato in un tripudio di urla di disperazione e pianti isterici. La band più “scura” di Rock City aveva lasciato il palco tra i rintocchi di campana della tenebrosa e bellissima “Funeral”, dopo un concerto di quasi tre ore. Per l’occasione il cantante e leader della band si era fatto rinchiudere in un cofano d’ebano posizionato al centro del palco. Un becchino smilzo e incappucciato scandiva il tempo del finale per solo piano conficcando dei lunghi chiodi d’acciaio nella bara. I quarantacinquemila dell’Arena Nord erano in estasi.
Ma a Rock City i concerti erano solo l’inizio dell’avventura notturna. La festa di solito continuava nei club e nei pub della città, tutti rigorosamente di proprietà delle major. Poi c’erano le feste private, anche se illegali, perché alla Dome Records e alla Dream Music non andava a genio che la gente si sballasse nelle proprie case con gli alcolici comprati al supermercato e le pasticche degli sciamani di strada. Ma nonostante il severissimo divieto, ogni sera vi erano centinaia se non migliaia di party liberi nella metropoli… continua…

ROCK CITY – TERZO EPISODIO: Il Pifferaio delle Steppe

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Terzo episodio della saga fantasy-rock di GM Willo, Rock City. Il racconto è liberamente ispirato alla figura di Ian Anderson, leader dei Jethro Tull. Buona lettura.

ROCK CITY – TERZO EPISODIO: Il Pifferaio delle Steppe
di GM Willo

Oltre le montagne si trova il deserto, ed una strada lunga e polverosa che taglia in due il continente. A sud di questa la vegetazione diventa selvaggia, le strade intricate, i villaggi sporadici e pieni di misteri. Laggiù i giovani sognano Rock City, mentre i vecchi siedono sui porticati a cantare vecchi pezzi blues. Laggiù tutto ha il suo tempo, tutto scorre lento, o forse non scorre affatto. Leggi il resto di questa voce