IL MIO VECCHIO AMICO CTHULHU (…e l’arte del diario a racconti)

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Anni fa non riuscivo a capire come mai molti scrittori attingessero dalle loro esperienze personali in fase di composizione. Ho sempre pensato “Ma come, hai la possibilità di mandare alla deriva la tua fantasia ed invece preferisci utilizzare la realtà come base per le tue storie..?” Oggi invece ogni racconto che scrivo nasce inevitabilmente da qualcosa che ho provato, vissuto, visto, sentito o anche semplicemente letto, questo non solo perché le esperienze vissute facilitano la descrizione delle scene e di conseguenza la composizione, ma anche perché diventano in questo modo più mie, non solo in quanto da me scritte ma anche perché in parte vissute. Così, quando mi metto a rileggere i miei racconti, è un po’ come se leggessi il mio diario.

Questo weekend ho scritto due piccole storie ispirate ai miti di Cthulhu, mia grande ed intramontabile passione. Il tema me lo ha ispirato la lettura del fumetto Neonomicon, in cui la mitologia horror di Lovecraft viene riproposta in chiave moderna con un affascinante considerazione finale sul “tempo”. In entrambi i racconti infatti mi soffermo su questo concetto. Ma le due storie raccontano anche di due esperienze passate, una risalente a molti anni fa e l’altra fresca fresca, praticamente “di giornata”.

La Casaccia descritta nel racconto “Il Dipinto“, pubblicato oggi su Rivoluzione Creativa, esisteva davvero e forse c’è ancora, nascosta ormai dai palazzi di sei piani della periferia di Scandicci… chissà! Tutto ciò che ricordo visivamente di quell’escursione è la sedia di vimini, presente nel racconto, e ovviamente conservo tutte le memorie emotive date dall’eccitazione dell’impresa.

Per quanto riguarda “Il Bosco“, ci sono stato proprio ieri, prima di mettermi davanti al portatile a buttar giù due righe. Ho trovato per davvero una pietra strana non distante dal sentiero… e poi mi sono anche perso. Ma il resto, ovviamente, lo ha fatto la fantasia. Insomma, la cucina della creatività è di nuovo aperta. Prendo pezzi di realtà, li condisco con un pizzico di fantasia ed ecco che il pranzo è servito.

Per il diverso approccio alla composizione ho preferito firmare “Il Bosco”, pubblicato sul blog La Giostra di Dante, con lo pseudonimo J. M.

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