di GM Willo
Ti è mai passata per la mente l’idea che tutto possa essere sottosopra? Che il giusto sia sbagliato e lo sbagliato sia giusto? Che il cielo si trovi in realtà sotto i nostri piedi e la terra sopra di noi, ma per un effetto ottico di cui noi ignoriamo l’esistenza ci appaiono al contrario? Hai mai pensato di essere dalla parte del fiume opposta a quella dove volevi approdare?
Cento chilometri all’ora, non uno di più, sulla tangenziale congestionata dal traffico, con una pioggerella insistente ma leggera, che non è in grado nemmeno di rimuovere le macchie ed i pezzetti degli insetti sul parabrezza, una velocità troppo esigua per rimanere concentrati alla guida, ed è per questo che la mente vaga, alla ricerca di un motivo, o di un inganno, un modo come un altro per riuscire a trovare il bandolo della matassa. È la mia auto che viaggia a cento chilometri all’ora oppure è l’asfalto sotto le ruote che mi scivola via alla medesima velocità? Dobbiamo morderci il labbro e andare avanti, nonostante le favole che ci raccontavano da piccoli, quelle sui cavalieri che uccidevano gli orchi cattivi per far si che la giustizia trionfasse. Ma la giustizia diventa ingiustizia nel mondo sottosopra in cui viviamo. Se fai appello alla tua sanità mentale rischi di cadere nell’oblio. Se fai appello alle saggezze orientali, rischi di intrecciarti le ginocchia mentre cerchi di acquisire una posizione zen. Se fai appello alla tua coscienza, rischi di doverti confrontare con un ostacolo ancora maggiore di quello che ti si è posto di fronte oggi. In nessun’altra occasione ho potuto assaporare la dolcezza di un’idea vendicatrice come durante questo tragitto. Le auto che scorrono alla rinfusa, il cielo plumbeo più basso del solito, la radio che vomita un pezzo lounge. Passo la lingua sui canini per assicurarmi che non mi sia spuntata la dentatura di un vampiro, considerando questa improvvisa e sconsiderata voglia di sangue che mi è venuta. Far soffrire, far morire, estirpare organi, tagliare, affettare, spezzettare, tutte pratiche che potrebbero darmi pace, che darebbero un senso a questo mondo sottosopra.
Invece rimango impassibile, le mani alle dieci e dieci sul manubrio, la schiena leggermente incurvata, gli occhi puntati sulla carreggiata; un automa, niente più. Non è solo la mia vita in gioco. Ci sono tre figli, risultati di tre scelte consapevoli, di tre gesti di testa e di cuore, che valgono quanto la mia anima. Meglio essere un prestidigitatore che un vampiro. Meglio ingannare il mondo sottosopra che avventarvici addosso e succhiarne il sangue. Mi spunteranno ali di carta e non di pipistrello, e potrò volare come un aquilone nel cielo purpureo di un nuovo giorno, di un nuovo mondo.
– Ciao ragazzi, venite a giocare al gioco delle tre carte? – domanderò, con un cilindro per cappello ed un bastone magico in mano. A chi mi seguirà rivelerò il trucco, e forse riusciremo insieme a spezzare l’incantesimo del mondo sottosopra. Vivremo felici e contenti dentro quattro mura, e ci basterà una piccola finestra per sentirci liberi.
– Babbo, lo vedi quell’aquilone laggiù?
– Si tesoro… quando ero legato ad un filo ero come lui.
– E adesso?
– Adesso è passato molto tempo, e le cose sono cambiate…